Fondare e investire in una startup nella sport industry conviene. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un cambio di asset verso il digitale, e il mondo dello sport non è certo venuto meno. In effetti, soprattutto il mondo del calcio si presta molto bene a generare hype intorno a un evento come un’occasione irripetibile ed emozionante. Un’esperienza totalizzante che attualmente, in termini di investimenti sul mercato, vale qualcosa come 4 miliardi di dollari. Un settore in fermento, insomma, in cui ci sono già molte startup che offrono servizi innovativi per godere senza limiti del mondo dello sport.
Investire nello sport industry frutta, con ottimi risultati a livello internazionale: fra autografi digitali e massimizzazione delle performance atletiche, la tecnologia dei big data e della blockchain contribuisce davvero ad aumentare il controllo soprattutto riguardo l’organizzazione degli eventi, garantendo una stima precisa non solo dei partecipanti reali, ma anche per tenere traccia delle fanbase.
Quali sono le startup più promettenti nella sport industry?
Ormai lo abbiamo capito, il nuovo oro sono i dati, e analizzarli con strumenti di precisione significa sapere come monetizzarli abbassando il fattore di rischio. Magari anche facendo talent scouting nel frattempo; sì, perché un’altra applicazione pratica in cui le startup si stanno specializzando in questo momento è la ricerca di futuri atleti. Possibile, grazie alla machine learning. Si prendono a modello le caratteristiche performative medie di un atleta per creare un parametro di paragone sulle prestazioni degli atleti wannabe, e si controlla proprio tutto. L’obiettivo? Capire se vale la pena investire su quell’atleta in particolare. La tecnologia ci guida ormai nelle scelte di mercato in maniera sempre più stringente, fattore vitale per lo sport industry che vola a sei zeri alla volta a livello internazionale.
Nonostante la fetta di mercato maggiore nella sport industry resti agli States, gli imprenditori italiani non sono rimasti con le mani in mano; stimare il valore di un giocatore prima di acquistarlo è ciò che si propone di fare Wallabies, costituitasi nel milanese con buonissime possibilità di scalare. Partendo da un’idea semplice ma disruptive come applicare la matematica al calcio per calcolare il valore preciso di un giocatore, il CEO e founder del progetto, Luigi Libroia ha fondato un business intelligente; e non è stato l’unico.
Vi ricordate gli autografi autentificati in blockchain? L’idea appartiene a Stargraph, una startup romana che si propone l’obiettivo di aumentare l’engagement rate con la fanbase. Fautori del progetto sono stati Michele Imbimbo e Ursula De Masi nel 2017 per rispondere al desiderio dei fan più accaniti di accedere a eventi esclusivi in realtà aumentata.
Perché serve un percorso di accelerazione per strutturare una startup
I campi di applicazioni per le startup innovative che sperimentano nuove soluzioni per il settore dello sport sono diversi. Si spazia dalla selezione atletica all’ingaggio della fanbase passando per gli allenamenti veri e propri. Lo sport industry a 360° è ora nel mirino degli investitori sia che lo si pratichi in prima persona, sia che si organizzino eventi in tema.
Sul piano nazionale il valore degli investimenti in sport resta comunque alto, con fatturati di circa 17 miliardi e altrettanti operatori impiegati. Unico neo in un contesto così florido ma che tuttavia rappresenta un serio dramma anche per le startup più promettenti è la mancanza di un percorso strutturato da seguire. La fase iniziale di un business è la più delicata; si fortificano le competenze del team e s’instaurano le prime relazioni significative che segneranno la crescita societaria sul proprio mercato di competenza.
Step precedente: fase di pre- seed. Parliamo di startup non ancora legalmente formate, ma tenute insieme dall’entusiasmo del team e una buona idea di fondo. A maggior ragione, un percorso di (incubazione prima) accelerazione è vitale per strutturarsi e ricevere un supporto non solo strategico ma anche finanziario.
Un supporto strategico che permetta alla startup di crescere è fatto di sfide concrete, e un percorso di accelerazione si struttura in vari step ciascuno contenente un case study da risolvere. Ogni passo è seguito da un team di esperti del settore con lo scopo di massimizzare il business plan e puntare agli investimenti.
Il supporto finanziario, a dispetto di quanto si pensi, non costituisce il punto di arrivo di una startup bensì le ali per scalare il mercato. Certo, l’aspetto economico è sempre lo zoccolo duro soprattutto in questa fase iniziale, ma un percorso di accelerazione riesce a intervenire anche in questo senso attivando crowdfunding e aprendo l’accesso a servizi di finanziamento su più livelli istituzionali (regionale, nazionale, internazionale); nondimeno, grazie agli investimenti privati.
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